Ultimo aggiornamento il 7 Agosto 2024
Introduzione
Iniziamo con un pò di Storia per poi scoprire cosa vedere a Leonforte. Il paese fu fondato dal conte Nicolò Placido Branciforti nel 1610, ma questa zona fu abitata già dai siculi, uno dei primi popoli della Sicilia. Durante il periodo bizantino e arabo fu anche fondato un castello, detto di Tavi, di cui restano però pochissimi ruderi. Con la successiva conquista normanna il paese passò in mano a vari nobili, fin quando durante la dominazione spagnola, passò a Branciforti. Egli decise quindi di fondare un nuovo centro abitato e fu cosi che nacque Leonforte.
Cosa vedere a Leonforte
Da un punta di vista culturale il paese ha molto da offrire. Al centro del paese si trova la piazza Branciforti, il Palazzo e la scuderia di Branciforti e la seicentesca chiesa della Matrice.
Da vedere anche la chiesa del Carmelo e la panoramica chiesa di Santa Croce, con una vista sui tetti delle casette di Leonforte.
Assolutamente da non perdere la Granfonte, fatta costruire in stile barocco dal solito Branciforti su un’antica fontana araba. E’ lunga quasi 25 metri ed è costituita da 24 cannelle ancora oggi in funzione. Molto belli gli archetti, che lasciano intravedere il retrostante paesaggio collinare, come se fossero dei piccoli quadri.
La leggenda
Il nome Leonforte proviene dallo stemma della famiglia Branciforti, un leone coronato con le zampe mozzate che tiene una bandiera. Ma come mai le zampe mozzate?
La leggenda della famiglia vuole che il capostipite Obizzo, fosse in guerra con Carlo Magno contro i Longobardi. Durante la battaglia i nemici gli mozzarono le mani, ma lui continuò lo stesso a tenere alta la bandiera del suo schieramento. Carlo Magno, orgoglioso e fiero del suo comportamento, lo ricompensò dandogli in premio la città di Piacenza e da quel momento la famiglia si sarebbe chiamata Branciforti.
Mappa interattiva di Leonforte – Punti d’interesse in viola
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Prodotti tipici di Leonforte e dintorni
Due prodotti tipici di Leonforte sono la fava larga detta anche fava turca e la pesca nel sacchetto IGP.
La fava larga viene coltivata in zona ed è caratterizzata da grossi semi a differenza della fava comune ed è molto gustosa. Pensa che tracce di questi legumi sono stati ritrovati addirittura in tombe egizie e a Leonforte vengono ancora coltivate e raccolte manualmente, con le stesse tecniche utilizzate all’epoca dagli egizi. E’ una tradizione che va avanti da secoli e secoli, probabilmente sono stati gli arabi a portarla qui (come al solito aggiungerei).
La pesca nel sacchetto è invece un’invenzione dei contadini di Leonforte. Ogni anno a giugno, insacchettano una ad una le pesche ancora verdi attaccate all’albero. In questa maniera vengono protette dai parassiti e non è quindi necessario utilizzare prodotti chimici per la loro produzione. Questo metodo rende la pesca di un giallo intenso con leggere sfumature rosse e le dona un gusto davvero molto intenso.
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